La cucina an(n)archica

..ovvero che cosa sto usando per i miei piatti.
E qualche piccola nota sul perché di questo blog.

20110225
Una cucina a gas marca 'Lofra', mia madre non ricorda esattamente in che anno l'ha acquistata. Sicuramente è più vecchia di me, quindi ante 1979. I bruciatori erano nati per l'allacciamento alla bombola, come dimostra lo sportellino sulla destra confermando i miei ricordi. Il forno a gas è deceduto credo da ormai una ventina d'anni.

Dopo una serata di lavoro, e prima di ricevere le amorevoli cure della Mamma

Quanto alle bocchette, ora servite dal cosiddetto 'gas di città', tre di loro sono stachanoviste seppure un po' volubili. La quarta sonnecchia o forse dorme per sempre.
Una cucina economica raccattata da chissà dove. La pietra all'interno è lacerata e sofferente. Lo sportello del forno, dove anticamente faceva sfoggio di sé un vetro con termostato, ha dato le dimissioni già all'epoca dello Zio Matto. Il quale, ovviamente, l'aveva sostituito con un pezzo di lamiera. Il modo migliore per disperdere il calore e per ottenere torte emule di giano bifronte: crosta bruciata diametralmente opposta a pasta cruda.
Sapete che vi dico?
Per chi predica la sostenibilità, il ReReRe, il riutilizzo creativo, l'importanza di non produrre rifiuti prima ancora che riciclarli..poteva esistere un'alternativa?

Il pane an(n)archico con Pasta Madre

No, mi sentirei incoerente. Già lo sono in tanti aspetti. Cerco sempre di andare alla radice delle cose, di togliere il più possibile, alla Giacometti. Pare che le opere di Giacometti, per inciso, fossero in realtà creazioni del cognato. Gli sottraeva le statue prima che l'artista togliesse tutto, polverizzandole letteralmente. Ecco, non a questi livelli, o forse sì..Il massimo della bellezza per me è nella semplicità. Diventa ineffabile, come mai lo sarà la torta più elaborata, un pezzetto di erba spontanea raccolta a primavera. O una foglietta della stessa, resa immortale dal gelo che vi si è deposto.
La cucina come luogo fisico. In fieri, assolutamente.