giovedì 29 dicembre 2011

New York Cheesecake emigrata a Terra delle Spontanee

..ovvero: a gentile richiesta di zia R. Neofrieda si è cimentata nella New York Cheesecake. In rete trovate di tutto di più sulla storia di questo tipo di torta, ci tengo a sottolineare che non si tratta di una torta gelato, ma di una serie di passaggi tra forno e mezzi di raffreddamento. E che la mia è assolutamente naturista, an(n)archica e il terzo strato non è concettualmente pertinente con l'originale. Nemmeno per strizzatina d'occhio.


Spero di ricordare bene il procedimento, poiché è stata ultimata nella notte tra il 24 e il 25 e condita da parecchio sonno arretrato e un'influenza in corso. Tutte scuse per la pessima qualità della mia trascrizione quando tento di riportare ricette ;-)

Ingredienti:
Per la base - tortiera ad anello da 24 cm di diametro:
biscotti erbivori, tipo digestive - i miei erano autoprodotti, circa 250 gr
latte di soia, ml 110
olio di mais o di girasole deodorato, ml 40
malto d'orzo, due grossi cucchiai
Per la crema: 
amido di mais, 30 gr
succo e scorza di un mandarino
sciroppo di riso, 100 gr
yogurt di soia scolato per almeno 24h, 400 gr
latte di soia, ml 70
olio di girasole bio deodorato, ml 30
un pizzico di sale
Per la copertura: 
succo di barabietola rossa, ml 125
spremuta d'arancia, ml 125
malto d'orzo, un grosso cucchiaio
agar-agar, un cucchiaino
un pizzico di sale
Procedimento:
Per la base: Mettete a scolare lo yogurt di soia in un colino foderato con un telo da cucina e sovrapponete un peso. Preparatevi la panna di soia montando con il minipimer latte e olio. Tenete in frigo qualche ora. Foderate il fondo e i lati della tortiera con carta forno che ungerete un minimo. Sbriciolate i biscotti, passandoli al macinacaffé per qualche istante. Sciogliete il malto con qualche cucchiaio di panna a fiamma bassissima, e gettatevi le briciole. Iniziate a impastare, unendo via via la panna a cucchiaiate. Ottenuto un composto omogeneo e sbricioloso, foderatene il fondo e i lati dello stampo. Mettete in frigo o in freezer, se avete fretta, a rassodare. In frigo occorreranno 6-8 ore, in freezer 30'-40'.
Per la crema: preparate la panna che farà da base alla crema, montando olio e latte di soia. Mettete in frigo per qualche ora. Amalgamate con lo yogurt scolato e unite via via gli altri ingredienti, mescolando accuratamente con una frusta. Versate la crema nella base già predisposta e infornate a 160° per un'oretta, facendo attenzione che non si colorisca eccessivamente ed eventualmente coprire con un foglio d'alluminio. Aprire lo sportello del forno e lasciar scendere la temperatura dolcemente per altri 30'. Lasciar raffreddare.
Per la copertura: mescolare i liquidi, il malto e il sale. Quando è ben amalgamato, unire l'agar agar e farlo sciogliere. Mettere sul fuoco e portare a ebollizione. Abbassare la fiamma e dopo un paio di minuti spegnere. Lasciar intiepidire e, sui 40°, versare sulla torta avendo cura che si distribuisca uniformemente. Creare un motivo decorativo con frutta secca o fresca e quando è perfettamente freddo mettere in frigo per almeno 12-14 ore. Servire fredda.

venerdì 16 dicembre 2011

Cucina delle Feste - ovvero: Terza Chiacchierata di Cucina Resistente

Edit: dopo un po' di spintoni Neofrieda è finita qui. Però adesso che ho dato lasciatemi tornare accanto alle radici del cardo mariano ;-)
Già. Nonostante le ben note difficoltà di Neofrieda nel conciliare la sua natura silvana con l'attuale vita in un contesto assai (in)civilizzato, difficoltà che nel periodo delle Feste diventano ancora più pungenti causa il suo status di madre campagnol-peri-urbana..Oh insomma, nonostante tutto il Natale Resistente dev'essere l'ennesima occasione per dimostrare che gli erbivori si godono la vita.
Neofrieda, ma quanto parli?
Mercoledì 14 dicembre 2011 due vivacissimi e gaudenti gruppi di persone, in orario rispettivamente 18.30-20.30 e 20.45-22.30, ha popolato la Sala Arrigoni del Centro La Resistenza a Ferrara.

Il Menù proposto:

Insalata russa Resistente
Cremosa di lenticchie e lino
Radici colorate in spiedino

..ovvero, due antipasti freddi e uno caldo, con una béchamel aromatica gratinata.



Proseguendo: il piatto della tradizione, che ha tenuto Neofrieda con il fiato sospeso, perché andarlo a toccare ai ferraresi..
Pasticcio ferrarese, versione Resistente



Superare la prova del fuoco ha rinvigorito in Neofrieda certi suoi propositi..Ma uno alla volta! mi raccomando :-)

Alea iacta est

Ringrazio vivamente tutti i ferraresi DOC  e quelli di adozione che hanno condito il momento regalandomi i loro segreti di famiglia sul Pasticcio


ne farò buon uso per i progetti di cui sopra :-)
E ringrazio vivamente Valentina 'Ciufola' Storelli, fotografa ufficiale dell' Introduzione alla cucina sostenibile, per la qualità e la celerità del servizio




Le foto di Valentina parlano da sé :-) In alto: indice di gradimento del Pasticcio erbivoro.
Proseguendo

Seitan in marinatura Resistente
Insalata Resistente di radici agli agrumi


Così la smettete di dire che Neofrieda ce l'ha col seitan. Questione di interpretazione e di chiacchiere che vi tocca sorbirvi ogni volta. Ma mi sono consolata autoproducendolo.
Dulcis in fundo, in tutti i sensi

Pampapato Resistente



Nessun divertimento a veganizzarlo, a parte l'uso del miele in alcune versioni è già erbivoro! Però Neofrieda non ha resistito a renderlo salutista e silvano.

Grazie ancora a tutti i partecipanti, è stata una serata ricca e stimolante! E, con anticipo ma non troppo:
Auguri!

venerdì 9 dicembre 2011

Soddisfazioni piadinose di un forno an(n)archico

Ebbene sì, ogni tanto anche Neofrieda si sente così: una farfalla dalle ali pesanti. Se non avete idea di cosa significhi, organizzatevi per uscire un po' più all'aperto. E ricordatevi di non tenere chiusi gli occhi del volto e dell'anima.


Quella che vedete è la banalissima bolla di un banalissimo chapati. Però in serate come questa, in cui Neofrieda lascia asciugare le alucce e scrive promesse nella brace, anche una bolla ben bollosa conta.

Ingredienti:
farina integrale appena macinata
acqua
un pizzico di sale

Procedimento:
impastate gli ingredienti finché sentirete che il glutine inizia a conferire elasticità alla pallina. La consistenza dev'essere morbida ma soda. Cospargete di farina e lasciate riposare una mezzora. Farne palline grosse come una noce e stendere con il matterello a dischi di massimo 10 cm di diametro.
Ora viene il bello..la cottura! E. mi aveva suggerito la comodissima opzione di gettare direttamente sul ripiano della stufa an(n)archica. Provare per credere. Ovviamente non sui cerchi perché si brucia tutto, bisogna che i chapati restino sul cornicione esterno. Girarli dopo un paio di minuti - ma il viraggio di colore indica se è cotto o meno, ve l'assicuro.
La parte ludica: infilzate con una forchetta e munitevi di guanti che vi proteggano un minimo. Aprite lo sportello e avvicinate il chapati alla brace e alla fiamma viva. Come per incanto, si formeranno bolle che tra l'altro non si afflosceranno!
Grazie di cuore a Pankaj per la sua aggraziata e utile spiegazione. La mia declinazione è solo un piccolo e grezzo omaggio alla cultura del suo paese, che tanto ho amato.

venerdì 2 dicembre 2011

Allium Bulbiferum e coppette

Correva l'anno 2008 e correva proprio questo periodo dell'anno quando Neofrieda, in procinto di partorire la Pozissima, pensò bene di prepararle pulito il corridoio. Uno spicchio di A.Bulbiferum contro la simpatica bestiola, il ben noto Streptococcus. Quando Neofrieda ritenne di aver lucidato il campo, si accorse che il magico detergente se ne era andato a zonzo per i propri recessi. Ma con un'atarassia splendente - il pensiero era rivolto al retrivo Pronto Soccorso della Città dei Puffi e ai Servizi Sociali della medesima.. - si dedicò allo sfratto. Senza appello.
Orbene, visto che il (poco) desiderato capoparto, a 32 mesi della creatura, si era timidamente affacciato, Neofrieda pensò di testare quello che già aveva progettato di acquistare all'epoca del concepimento: una coppetta mestruale. Nei 41 mesi di libertà vigilata dal ciclo si era letta fior di truci racconti sull'aggeggio. Ma il pensiero del proprio endometrio ridotto a rifiuto inquinante poté più della letteratura eco-femminil-blogghesca. E del resto Neofrieda dev'essere fulgido esempio per la figlioletta della confidenza e dell'ammirazione nel e per il proprio corpo.
E quindi cercò solidarietà sorellante nientemeno che lanciando un ordine collettivo per il proprio GAS. Fissò il termine in tre settimane, si riuscì a farlo decollare in tre mesi. Per 12 ambientaliste irriducibili.
Orbene, arrivato il pacco dalla krukkonia Neofrieda rimase quasi delusa: si trovò di fronte una sorta di mini-condom rigido, il cui diametro le parve paragonabile a quello di un membro erettile di ottimo umore. Condivise cotanto spirito d'osservazione con una compagna d'avventura e il di lei compagno, rendendosi conto un po' tardi della propria eccessiva vocazione alla scienza, nella forma della raccolta dati. E in data 1 dicembre 2011 fece la grande prova, onde evitare di arrivare impreparata al prossimo viaggio del proprio endometrio. Attese che la figliola e il di lei padre russassero sì da far sgretolare le mura in ristrutturazione, poi la sterilizzò sulla cucina economica in età da pensione, altresì detta 'stufa an(n)archica'. Poi fece un bel respiro e pensò agli inceneritori versus i propri tessuti donati alla Terra..Per accorgersi che, ahem, ecco, non c'è proprio nulla di difficile. E ditelo allora!